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Narcisisti perversi - Manipolatori - Vampiri psico-affettivi

Proto-emozioni - cosa prova un narcisista

Quelle provate dai narcisisti, infatti, sono “proto-emozioni”, tanto intense quanto brevi e, comunque, non meno dannose. La stessa aridità emotiva che non li fa sintonizzare con i bisogni degli altri e non fa loro sentire rimorso quando fanno del male contribuisce a non farli soffrire  nemmeno quando a danneggiarsi sono proprio loro. Finora abbiamo parlato delle emozioni che non possono sentire. Ma quali sono quelle che riescono a provare?

Se arrabbiati o frustrati sono capaci di tutto, anche nel caso la rabbia svanisca qualche minuto dopo. Come osserva Hervey Cleckley, “oltre all’incapacità di amare, il narcisista dimostra sempre una generale povertà emotiva. Sebbene capiti che qualche volta si agiti, abbia accessi di ira, si entusiasmi, scoppi a piangere o si apra in discorsi profondi conditi di parole addolorate sulle sue disgrazie e follie, ad osservarlo attentamente ci si accorge che quella a cui siamo assistendo è più una prontezza di espressione che una forza di sentimento” (The Mask of Sanity).

Le proto-emozioni avvertite dal narcisista sono strumentali alla soddisfazione di meri desideri estemporanei: “Irritazione, ripicca, veloci e lampi improvvisi di simil-affetto, stizzoso risentimento, arida autocommiserazione, puerili atteggiamenti di vanità e sdegno sono tutti atteggiamenti del suo repertorio emotivo, liberamente messi in scena a seconda delle circostanze del momento. Ma una rabbia matura e consolidata, l’indignazione schietta e coerente , un malessere vero e sentito , l’orgoglio profondo, una gioia intensa e la genuina disperazione sono sentimenti che non rientrano in questa scala” (The Mask of Sanity).



Cosa sentono i narcisisti? ecco le emozioni che provano più di frequente

  • GIOIA. Uno psicopatico prova soddisfazione quando le cose vanno come dice lui o quando riesce ad ingannare qualcuno.
  • RABBIA. Robert Hare,in Without Coscience, sostiene che, dal momento che gli psicopatici hanno una soglia di controllo più bassa del normale, si infuriano più facilmente degli altri. Le manifestazioni di rabbia tendono ad essere fredde, improvvise, brevi ed arbitrarie; generalmente non sono prevedibili dal momento che l’emotività, come il fascino, sono usati per controllare quelli intorno a loro; non sono, inoltre, necessariamente provocate da qualcosa che l’altro ha fatto: uno psicopatico può adirarsi per un motivo stupido e rimanere freddo e composto in una circostanza più seria. Gli scoppi d’ira rappresentano la dimostrazione che è lui il capo. Quando urla, insulta, colpisce o persino ferisce ed uccide è più che consapevole del suo comportamento anche se agisce nella follia del momento. Sa benissimo che sta facendo male agli altri e, peggio ancora, ci prova gusto.
  • FRUSTRAZIONE. Questa emozione è sempre una manifestazione di rabbia, non necessariamente diretta ad una persona specifica, bensì a un ostacolo o una situazione. Uno psicopatico si può sentire frustrato, per esempio, quando la sua “fiamma” non vuole lasciare il suo compagno per lui. Può sentirsi troppo infatuato per prendersela con lei oppure può temere di infastidirla e farla allontanare prima di essere riuscito a conquistarla emotivamente. In circostanze come questa potrebbe sentirsi frustrato e prendersela con gli ostacoli che l’amata, la sua famiglia o gli altri mettono tra loro. Generalmente si sente frustrato quando incontra barriere impersonali tra sè e il suo obiettivo. Ma la cosa lo rende ancora più testardo nel perseguimento del risultato. Dopotutto, superare gli ostacoli fa parte del gioco.
  • COSTERNAZIONE. Non creando legami amorosi con gli altri ma stabilendo semplicemente rapporti di dominio, può accadere che lo psicopatico manifesti rabbia nel caso in cui coloro che sono da lui controllati disapprovino il suo comportamento o mettano in pericolo la relazione. Si tratta comunque di una emozione simile alla costernazione e allo sgomento: lo psicopatico non può credere che le proprie cattive azioni, che lui considera sempre giustificabili ed appropriate, possano mai causare disapprovazione e allontanamento da parte di chi è sotto il suo controllo. Anche se tradisce, mente, usa, manipola o isola gli altri, le reazioni al suo comportamento non sono giustificate. Inoltre, può razionalizzare la cosa credendo che le azioni cattive siano state da lui poste in essere nell’interesse delle vittime.
  • NOIA. Questa è con ogni probabilità l’unica sensazione che provoca nello psicopatico un fastidioso senso di disagio. Provano ad evitare la noia attraverso il perseguimento di banali conquiste, imbrogliando gli altri e ponendo in essere comportamenti trasgressivi. Nulla, comunque, potrà sollevarli a lungo dalla perenne insoddisfazione in cui sono ingabbiati. Fanno rapidamente e facilmente l’abitudine a qualsiasi nuova persona ed attività.
  • FLASH ISTRIONICI. Le teatrali manifestazioni di amore, rimorso ed empatia sono completamente finte e mancano di qualsiasi significato e profondità. Sono strumenti di manipolazione diretti a guadagnare fiducia e provocare compassione negli altri. In altre parole, ad ingannare il prossimo.
  • INFATUAZIONE. Quando individuano una preda, gli psicopatici possono sviluppare un’ossessione vera e propria. Nel libro Whithout Coscience, Hare paragona l’attenzione che focalizzano sull’obiettivo prescelto al fascio di luce ristretto che illumina un punto preciso. Dal momento che ignorano le altre responsabilità (come il loro lavoro o la loro famiglia) e sono sprovvisti di coscienza, possono concentrarsi totalmente sul perseguimento di un dato obiettivo. Questo vale ancora di più se il bersaglio prescelto si presenta come una sfida eccitante, per esempio se si tratta di una persona ricca o famosa oppure se è impegnata con un altro uomo, il che può accendere ulteriormente la loro competitività. Questo tipo di infatuazione, comunque, come tutte le altre proto-emozioni, è destinata a spegnersi velocemente. Dal momento che le ossessioni degli psicopatici non si trasformano in alcun rapporto autentico, amorevole o amichevole, esse scompaiono una volta che riescono ad ottenere ciò che si erano prefissati, anche la semplice riuscita di una conquista.
  • AMORE PER SE STESSI. Dal momento che gli psicopatici sono interessati solo alla propria persona si potrebbe essere tentati di credere che l’amore per se stessi è l’unica emozione che possano sentire nel profondo. Se è vero in un senso, perché la loro intera esistenza ruota intorno al perseguimento di fini esclusivamente egoistici, non possiamo dare profondità ad alcuna delle loro proto-emozioni: anche l’amore per sé sarà superficiale ed arido come tutti gli altri sentimenti. Come non sono in grado di considerare a lungo termine nessuno, così non sono in grado di interessarsi a se stessi in modo significativo. Inseguendo piaceri passeggeri e desideri a breve scadenza, l’opera di devastazione viene fatta anche, e soprattutto, a danno della propria esistenza. Essi trascorrono la propria vita ferendo e tradendo le persone che li amano, usando e scartando le proprie compagne, deludendo le aspettative delle loro famiglie, degli amici, capi e colleghi e passando da un divertimento all’altro. La maggior parte di loro finirà solo e a mani vuote.
  • DISPREZZO. Utilizzo una spaziatura diversa perché si tratta dell’emozione che domina l’identità dello psicopatico e la considerazione che lui ha degli altri esseri umani. Indipendentemente da quanto affascinanti, altruisti ed amichevoli possano apparire all’esterno, sono praticamente misantropi. La loro emozione per eccellenza è il disprezzo per le persone che prendono in giro, usano e di cui si approfittano e per l’umanità in generale. Il suo disdegno può essere identificato con facilità una volta che viene meno l’utilità della vittima e, conseguentemente, quando lo psicopatico lascia cadere la sua maschera. Per questi individui, così narcisisticamente disturbati, il mondo è diviso tra gente superiore (se stessi) ed inferiore (tutti gli altri); predatori (se stessi) e prede (i loro bersagli); imbroglioni (se stessi) ed imbrogliati (gli idioti). Ovviamente, solo un intervento di lobotomia potrebbe rovesciare queste gerarchie nella loro testa malata. All’interno della categoria degli inferiori ci saranno poi diversi livelli di subordinazione a seconda del grado di utilizzo, manipolazione e imbroglio a cui vengono sottoposte le persone che hanno la sfortuna di entrare in contatto con loro.
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